il coraggio

Posted on 21 febbraio 2019

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macomer_corre

riprendo a scrivere un articolo su questo blog dopo quasi un anno di assenza e lo faccio per parlarvi di corsa podistica e di una mia nuova esperienza: il cambio di tabella d’allenamento!

nel momento in cui vi scrivo non ho ancora avuto modo di provarne gli effetti (vi saprò dire in maniera ufficiale dopo il 10 marzo, giorno della mezza maratona del giudicato di oristano) ma voglio descrivervi ugualmente le mie sensazioni.

è dal 2015 che corro seguendo un metodo e sino a gennaio 2019 ho utilizzato sempre il medesimo programma, costituito da un giorno di allenamento intervallato da uno di riposo. sempre.
non sentivo l’esigenza di cambiare: primo perché mi trovavo bene e secondo perché ero convinto che quel che dovrebbe cambiare non è tanto la tabella o la tipologia di allenamento quanto invece i tempi di svolgimento.

non ho mai avuto un allenatore o un mentore; tutto quel che so l’ho provato su di me sbattendoci la faccia e facendomi davvero male, quindi quel che scriverò è solo frutto della mia esperienza e non di un metodo scientifico. ci tengo a ribadirlo.

da gennaio tutto è cambiato. soprattutto per noia ho cominciato un nuovo programma di allenamento, passando dalle 16 uscite mensili alle 26, dai 270km del periodo gennaio-febbraio 2018 ai 322 dello stesso periodo del 2019 (e febbraio ancora non è terminato).

la nuova tabella prevede un lavoro specifico per ogni giorno della settimana e 2 giorni di riposo ma almeno uno (se non tutti e due) lo impiego per un’uscita in bicicletta di almeno 30/35 km.

la sostanziale differenza tra i due programmi (chiameremo per comodità A la vecchia tabella e B la nuova) è che A aveva molte più ripetute lunghe (da 1, 2 e pure da 3km) almeno una volta a settimana, lunghi più brevi e molti progressivi; B invece ha più ripetute brevi (100, 200, 300, 400 e 500mt.), lunghi molto più lunghi e nessun progressivo.

oltre a mangiare di più, con la nuova tabella ho dovuto anche cominciare ad assumere amminoacidi ramificati (i cosidetti BCAA) soprattutto perché il mio corpo non riusciva più a recuperare dai postumi degli allenamenti.

ATTENZIONE: consultate sempre degli specialisti e non assumete niente solo perchè dottor google vi promette che è la soluzione giusta per voi!

queste più o meno le differenze sostanziali. ora veniamo ai pregi e ai difetti.

A è di certo una tabella più adatta ai neofiti strutturata come una parabola che partiva piano, arrivava al suo picco e poi scendeva. gli allenamenti erano sì vari ma non così specifici e il giorno di riposo subito dopo quello di allenamento, non nego che era un vero e proprio toccasana: non solo per il corpo ma soprattutto per la testa.

B invece è una tabella professionale per atleti esperti che parte e arriva forte senza nessuna parabola. gli allenamenti sono molto più specifici, non massacranti ma molto intensi che se al corpo danno l’euforia dell’invincibilità dall’altra lo stress e l’ansia gli scavano la testa e l’anima come una goccia.

già, l’ansia da allenamento: vi è mai capitata?
con questa tabella ho riscoperto lo stress pre-corsa, quello per il quale la mia testa ha oramai abbinato al dolore la prestazione sportiva e che già un’ora prima dell’allenamento si manifesta con tutti i sintomi comuni: tachicardia, sensazione di soffocamento, affaticabilità, sudorazione eccessiva, bocca asciutta, vertigini, mal di stomaco, diarrea, nausea, brividi, vampate di calore, minzione frequente, sensazione di nodo alla gola, contrazioni muscolari, tremori…

niente di così grave da non poter gestire eh però non riesco più ad allenarmi sulle ripetute lunghe ad esempio: prima di correrle il senso di soffocamento è così forte da farmi seriamente vacillare e durante invece è come un limitatore di velocità che si inserisce al primo insulso campanello di sofferenza. insomma è una sorta di blocco, di protezione al quale il mio cervello sottopone il mio corpo come per preservarlo da un male esterno. è un istinto primordiale.

chi corre lo sa che con la sofferenza DEVE averci a che fare ed è per questo che serve coraggio: come questa bellissima pubblicità della nike di qualche tempo fa.

A mi ha portato a correre il mio PB con un corpo non allenato benissimo ma una testa determinata ai limiti dell’arroganza: con B (ossia un corpo allenato al meglio ma una testa molto fragile) riuscirò a fare di meglio?

Posted in: sport, ulcere nere