[file: DEDSHIRTs.com]
le DEDSHIRTs seguono le influenze, gli ideali, la filosofia e gli sbalzi umorali del suo creatore andrea pes che nel 2009 decise di dar vita ad una linea di magliette che riuscisse a soddisfare i suoi particolari canoni di bellezza.
gli diede il nome DEDSHIRTs perché DED ha lo stesso suono della parola DEAD senza però essere così scontata e ricavò da questa le fattezze di un mietitore vintage, che a suo dire, attingeva dai ricordi di un vecchio adesivo con le lettere STP sul paraurti della fiat 500 abarth del padre.
quando, l’11 ottobre del 2009 disegnai il marchio delle DEDSHIRTs avevo già pensato ad una parola che potesse essere creativa, unica e distinguibile da mettergli accanto: il naming è l’inizio del viaggio.
quante persone battezzano in maniera superficiale la propria neo-azienda per la fretta di un finanziamento in scadenza, salvo poi pentirsi anni dopo? ne conosco a centinaia. dopotutto, se non mi credete, potete sempre scorrere l’elenco delle pagine gialle per scoprire che a seconda del settore di competenza, i nomi delle aziende si assomigliano un po’ tutti.
eppure un nome creativo, diverso e accattivante potrebbe fare la differenza, specialmente adesso, dove il web e i social tendono ad appiattire ogni cosa.
dato che il marchio doveva seguire le influenze, gli ideali, la filosofia e gli sbalzi umorali del sottoscritto è facile capire perché d’istinto decisi di cominciare dalla parola DEAD.
era corta, semplice, immediata… era la parola giusta per definire il mio stile. di contro era stata banalizzata e violentata pure dal commercio e dai glitter quindi non poteva andar bene. decisi quindi di asportargli una A e di usare la parola DED.
DED.
era una parola nuova (io per lo meno non l’avevo mai letta e sentita), più corta. più semplice e più immediata con lo stesso suono dell’altra.
certo aveva anche il suono di DAD, papà e poteva richiamare pure Dungeons And Dragons… ma mica sono un copywriter io!
nacquero così le DED_SHIRTs che nel tempo persero l’underscore e divennero una parola unica: DEDSHIRTs (tutto maiuscolo con la s finale minuscola, omaggio alla software house valve corporation e al loro mitico half life).
disegnare il marchio fu molto più semplice.
vi tralascio tutta la storia sottolineando come la parola DED faccia parte del pittogramma: i tratti orizzontali della E costituiscono le vertebre centrali dello scheletro mentre le due D (una speculare all’altra) completano la cassa toracica formando le due costole.
non lo scrivo (quasi) mai dei miei vecchi lavori, ma nonostante sia una cosa di 8 anni fa, mi piace ancora. meno il nome ad esser sincero, visto che nel tempo son fioccate in rete operazioni chirurgiche simili alla mia e col senno di poi avrei potuto osare di più… ma mica sono un copywriter io!!!
oggi, ogni illustrazione viene incisa manualmente su una matrice (di legno o linoleum) che inchiostrata è usata poi come un timbro, imprimendo il disegno sul tessuto, proprio come avveniva nel 1500.
la stampa manuale conferisce all’illustrazione un effetto logoro, consumato che insieme alla filosofia del nero crea lo stile vintage-grunge delle DEDSHIRTs.
ogni esemplare è unico e originale, rifinito con cura artigiana per confezionare piccole tirature numerate di altissima qualità, nelle quali ogni apparente imperfezione contribuisce a renderlo irripetibile.
non sappiamo se esista qualcosa di simile o un nome per tutto questo, ma noi gli abbiamo dedicato una parola nuova: DEDSHIRTs.
ricapitolando: il nome è DEDSHIRTs e potete trovare tutti i prodotti del mietitore sul negozio online all’indirizzo DEDSHIRTs.com.
DED non DEAD, perché di dead shirt, dopo di me, ne son nate a caterve (quando ho cominciato io qui era tutta campagna n.d.a.) compresa un’azienda di vienna che vi permette di sparare (si, avete letto bene) virtualmente ad una t-shirt che verrà poi sparata sul serio da un tizio che, pistola in pugno, cercherà di seguire la vostra simulazione alla lettera. ma questa è un’altra storia…
Posted on 8 novembre 2017
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